Niu Lang e Zhi Nu

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 Mito cinese di Niu Lang e Zhi Nu

Niu Lang

HNiu Lang  e Zhi Nu[Immagine cinese] 

 


La storia d'amore tra Niu Lang e Zhi Nu

 Secondo questa storia mitologica, Zhi Nu (la tessitrice) era la nipote dell’imperatore celeste e abitava sul bordo orientale della Via Lattea. Ogni giorno lavorava al telaio, con una specie di misteriosi fili serici, per tessere strati e strati di belle nuvole. Queste ultime variavano di colore col variare del tempo e delle stagioni e venivano chiamate “il Vestito del Cielo”. Oltre a Zhi Nu, c’erano altre sei giovani fate, tutte sue sorelle. Anch’esse erano brave tessitrici, ma Zhi Nu era la più diligente e industriosa.  
Al di là della splendente Via Lattea c’era il mondo degli uomini. E tra i suoi abitanti c’era un bovaro Niu Lang. I suoi genitori erano morti da tempo ed egli veniva maltrattato dal fratello e dalla cognata, i quali gli imposero la divisione dei beni della famiglia e gli lasciarono solo un vecchio bue.  
Con esso Niu Lang lavorò sodo su un pezzo di terreno brullo, lo coltivò e vi costruì anche una capanna. Ma dopo due anni stentava ancora a tirare avanti. Inoltre, a parte il vecchio bue, nella capanna non c’era nessun’altro e si sentiva molto solo.  
Un giorno, improvvisamente, il bue parlò a Niu Lang dicendogli che Zhi Nu e le altre fate avrebbero fatto un bagno nella Via Lattea e gli raccomandò di prendere l’abito di Zhi Nu quando questa si fosse spogliata per il bagno: in questo modo lui poteva prenderla in moglie. Stupìto, Niu Lang seguì le parole del bue e si è nascose fra le canne sulla riva della Via Lattea, attendendo l’arrivo di Zhi Nu e delle sue sorelle.  
Poco dopo, Zhi Nu e le altre bellissime fate arrivarono, si spogliarono dei loro vestiti di seta e si immersero nel fiume: fu come se sulla superficie dell’acqua verde sbocciassero all’improvviso dei fiori di loto! Sbucando dal canneto, Niu Lang prese dal mucchio dei vestiti delle fate quello di Zhi Nu. Impaurite, le altre fate indossarono frettolosamente i loro vestiti e fuggirono via come uccelli spaventati. Nel fiume rimase solo Zhi Nu. Niu Lang le chiese di promettere di diventare sua moglie, altrimenti non le avrebbe restituito i vestiti. Costretta dalla vergogna a dare il suo consenso, Zhi Nu diventò la moglie di Niu Lang.  
Una volta sposati, il bovaro e la tessitrice lavoravano industriosamente e vivevano in armonia. Non molto tempo dopo, i due sposi ebbero due bambini molto belli, un maschio e una femmina. I due coniugi credevano di poter vivere sempre insieme, fino alla loro morte.  
Disgraziatamente, il padre di Zhi Nu, l’Imperatore Celeste, e la nonna materna, Wang Mu Niang Niang, quando seppero della cosa, si arrabbiarono; inviarono immediatamente gli Dei Celesti per richiamare Zhi Nu alla Corte del Cielo. Avendo paura che gli Dei facessero le cose con poca serietà, Wang Mu Niang Niang andò personalmente a controllare la situazione.  
Zhi Nu si separò con molta tristezza dal marito e dai bambini e ritornò, scortata dagli Dei, nella Corte Celeste. Addolorato per la separatazione  dalla moglie, Niu Lang subito mise i figliuoli in due ceste e, portandole a bilancia, nella stessa notte si mise sulle tracce di Zhi Nu. Pensava di guardare la chiara acqua della Via Lattea, per giungere alla Corte celeste. Ma, arrivato sul posto, non vide più il fiume celeste. Guardando in alto, si accorse che il fiume era stato trasportato nel cielo dalla nonna materna, grazie ad una forza magica. Nell’azzurro firmamento notturno, la Via Lattea era ancora un corso d’acqua splendente, però era diventata lontana, inaccessibile per Niu Lang. 
 
 Ritornato a casa, il bovaro pianse disperatamente insieme ai figli. In quel frangente, il vecchio bue parlò per la seconda volta con voce umana: “Niu Lang, sto morendo. Dopo la mia morte, scuoiami e vestiti con la mia pelle, così potrai andare nel Paradiso!”  
Dette queste parole, il vecchio bue crollò al suolo e morì. Niu Lang allora scuoiò il bue e si coprì della sua pelle, poi, portando a bilancia i due figliuoli, si recò nel cielo. Per equilibrare i due bambini, prese una mestola che aveva a portata di mano e la attaccò ad una estremità del fardello.  
Giunto nel cielo, Niu Lang corse come il vento tra le stelle splendenti. Vedendo avvicinarsi la Via Lattea gli sembrò di vedere anche la moglie Zhi Nu. Niu Lang era molto contento, mentre i bambini, agitando le manine, gridavano all’unisono: “Mamma, mamma!” Ma Niu Lang non sapeva che cosa li aspettava: erano appena arrivati alla sponda del fiume per passarlo a guado, quando dall’alto del cielo spuntò ad un tratto una mano di donna. Infatti, la nonna materna, spazientita, si era tolta dai capelli la spilla d’oro e con essa tracciò un solco lungo la Via Lattea così il corso d’acqua diventò un fiume impetuoso.  
Davanti a questo fiume celeste, Niu Lang e i suoi figliuoli non potevano far altro che piangere: le loro lacrime erano incessanti come le acque del fiume celeste.  
“Babbo, svuotiamo l’acqua del fiume con questa mestola fino a quando esso non sarà asciugato!” La bambina propose con ingenuità. “Bene! Portiamo via tutta l’acqua del fiume!” Indignato, Niu Lang acconsentì senza alcuna esitazione.  
Poi ha preso la mestola e cominciò a togliere via l’acqua del fiume. Quando si stancava, i figliuoli l’aiutavano con tutti gli sforzi. Il fuo fermo e costante amore commosse finalmente il severo Imperatore Celeste e la nonna materna di Zhi Nu dal cuore freddo, i quali permisero ai due innamorati di incontrarsi una volta all’anno, la sera del setttimo giorno del settimo mese lunare. Quel giorno, le gazze sarebbero venute a formare un ponte e su questo i due coniugi si sarebbero incontrati e avrebbero scambiato parole di amore e di nostalgia.  
Da allora, Niu Lang e i suoi figli vissero nel Cielo, e si guardavano da lontano con Zhi Nu che viveva sull’altra riva del Fiume celeste. Ancora oggi, d’autunno, tra le innumerevoli stelle del cielo notturno, possiamo vedere due stelle più grandi, che brillano ai due lati del fiume celeste: sono la stella Altair e quella Vega. Si allineano con Altair altre due stelle più piccole: si dice che siano i loro figliuoli.

Da: http://italian.cri.cn/chinaabc/chapter16/chapter160106.htm



NIU LANG IL PASTORE E ZHI NU LA TESSITRICE
Mito cinese
Il Pastore Niu Lang (la stella Altair) viveva solo ed era molto povero; possedeva solo un vecchio bue e un pezzetto di terra. Il bue era però un genio buono e, un giorno che vide il suo padrone particolarmente melanconico, così gli parlò: «Non affliggerti della tua solitudine, Pastore. Se seguirai i miei consigli, ti aiuterò a trovare moglie».
 
Il mattino dopo, secondo le indicazioni del bue, il Pastore si recò in un punto dove il fiume formava un'ansa di acque tranquille. Nascosto dietro ai giunchi, il giovane osservò pieno di stupore la scena che gli si parava davanti. Tra le ninfee fiorite, c'erano sette fanciulle bellissime che stavano facendo il bagno; ridevano e lanciavano gridolini di gioia, del tutto ignare d'essere osservate. Erano le fanciulle celesti, scese sulla terra per rinfrescarsi un po'. Il giovane si avvicinò cauto alle vesti abbandonate sulla riva e ne rubò una, quindi corse a nasconderla dietro casa. Quando tornò al fiume, vide che tutte le fanciulle celesti erano risalite in cielo tranne una. Appena scorto il Pastore la ragazza si mise a protestare: «Io sono Zhi Nu (la stella Vega) la Tessitrice, figlia dell'Augusto di Giada, Imperatore del Cielo! Presto, ridammi la mia veste! Senza di essa non posso tornare a casa».
  
 «Neanche per sogno!» ribatte il Pastore., «Tu sarai la mia sposa». La Tessitrice ci pensò un po' sopra, poi accettò. Così i due si unirono in matrimonio, e dopo qualche anno nacquero un figlio e una figlia.
 
Un giorno la Tessitrice disse al marito: «Mio caro, adesso che siamo sposati da molto tempo puoi anche ridarmi la veste». Il Pastore pensò che ormai era inutile tenerla nascosta e la restituì alla moglie. Non l'avesse mai fatto! La Tessitrice, appena indossato l'abito, s'alzò in volo e sparì rapidamente nel cielo, lasciando il marito a bocca aperta. Ma il bue disse: «Non temere. Appendi due cesti a un bastone e sistemaci i bambini. Poi caricali sulle spalle e attaccati alla mia coda». Il Pastore fece quanto gli era stato detto, e in un baleno il bue schizzò verso il cielo, portandosi dietro il Pastore con i suoi figli. Appena giunto in cielo, il Pastore si recò al meraviglioso palazzo dell'Augusto di Giada.
  
 Entrò in un grande salone: il pavimento era tutto di soffici nuvole, mentre il soffitto mostrava un'ampia volta di arcobaleni sostenuti da pilastri di giada. Seduto su un trono d'oro e d'argento c'era l'Augusto, che si rivolse al Pastore con queste parole: «Giovane uomo, quale destino ti guida nei luoghi eterni delle stelle?» Il Pastore raccontò delle sue disgrazie e supplicò l'Augusto di restituirgli la moglie. L'Imperatore chiamò la figlia e volle conoscere ogni cosa. «Grande Padre» spiegò la Tessitrice «io amo mio marito e i miei figlioli, ma sono una creatura celeste, e non potevo più vivere sulla terra.
 
 
Ecco perché sono fuggita». L'Augusto si rivolse al Pastore e alla Tessitrice: «Poiché quest'uomo ha sposato mia figlia, una fanciulla divina, io gli concedo l'immortalità. Vivrà per sempre nel cielo accanto a sua moglie». I due si rallegrarono, ma l'Augusto di Giada continuò: «Però gli sposi devono anche essere puniti per i loro inganni. Così io metto tra loro un fiume celeste, la Via Lattea, che li separi per sempre». Il Pastore e la Tessitrice piansero molte lacrime per questo castigo e andarono mestamente a collocarsi nel luogo che era stato loro assegnato dall'Augusto. Ancor oggi chi alza gli occhi al cielo li può vedere: da una parte la costellazione della Tessitrice, che gli uomini d'Occidente chiamano Aquila, e dall'altra parte la costellazione del Pastore, chiamata anche Lira.
 

 In mezzo a loro c'è un fiume di stelle, la Via Lattea. Gli dèi però ebbero pietà dei due innamorati e si recarono dall'Augusto di Giada affinché alleviasse la loro pena.
 
 
 L'Augusto concesse allora che una volta all'anno, il settimo giorno del settimo mese, i due sposi potessero incontrarsi. In quel giorno tutte le gazze salgono in cielo con un rametto nel becco e intrecciano un grande ponte sul fiume di stelle. Il Pastore può finalmente raggiungere la sua amata e abbracciarla. La Tessitrice allora piange di gioia e le sue lacrime cadono sulla terra come pioggia benefica. E se un innamorato è lontano dall'amata e si sente triste, basta che cerchi nel cielo il Pastore e la Tessitrice: lo consoleranno con le loro stelle scintillanti.
 
Tratto da "Miti e leggende di tutti i tempi" editore HAPPY BOOKS


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