Monoteismo e Politeismo

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Monoteismo e Politeismo + confutazione meta-matematica...
Segue: Monoteismo origini e conseguenze in Europa

Monoteismo e Politeismo + confutazione meta-matematica...

Oggi 14:11:34
   
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Sulla visione monoteistica occidentale è oggettivamente preminente la concezione della metafisica orientale: gli Indù distinguono nettamente fra Brahman (L'assoluto Essere) e Parabrahman (l'Oltre-Brahman) e, ancora, fra Brahman saguna, <l'Assoluto dotato di qualificazioni>, e Brahman nirguna, <l'Assoluto depurato da qualsivoglia qualificazione>.
Ora se il kòsmos è la materia dell'Essere, il càos sarà la <materia del Non-Essere>, quindi né il <nulla> né il male (nozione, questa, che attiene all'etica convenzionale del mondo del divenire).
Il càos è stato bandito dal pensiero cristiano perché del Non-Essere si è fatta <privazione dell'Essere> (aphàiresis tes ousìas), con errata interpretazione tipica del procedere mentale dell'uomo occidentale post-classico. La metafisica occidentale, sciaguratamente influenzata in modo determinante dalla rivelazione sinaitica, è nata monca e si è storicamente sviluppata come <metafisica dell'Essere>, precludendosi spazi davvero infiniti. E neppure un genio filosofico come Tommaso d'Aquino poté sfuggire a questo fatale condizionamento ideologico: il Non-Essere fu escluso dalla sfera metafisica. Se ne fece poi un Non-Esistente, dal momento che anche l'Essere era stato travisato e confuso con l'ente, l'esistente.
E poiché l'esistente fu identificato col bene, il non-esistente divenne male e lo 0 metafisico si trasformò in assoluta negatività.
Dunque l'autentico paradosso, la contraddizione intima del monoteismo giudaico-cristiano è consistito, come si è detto, nell'aver confuso l'Essere con l'Ente, facendo dell'unico Dio l'Ens supremum. Ora solo l'essere può essere Uno mentre gli Enti (anche quello supremo) non possono che procedere per molteplicità: l'unità dell'Essere, come ci ricorda Henry Corbin ( il paradosso del monoteismo, Marietti, Casal Monferrato, 1986 ), si esprime analogicamente nella moltiplicazione 1x1x1x1x1x1x1, ecc., che dà sempre uno, mentre l'unità molteplice degli enti è cosa ben diversa e corrisponde in matematica a 1+1+1+1+1+1+1, ecc., che dà valori progressivi ben diversi dall'unità.
Si è trattato, storicamente, di una autentica <catastrofe metafisica>, ciò che ha fatto sì che l'Essere che porta-ad-essere ogni esistente, dunque al di là di ogni ente, sia divenuto tutt'uno con l'Esistente, quale valore assoluto.
Già la definizione ontologica è di per sé monca. Il monoteismo religioso ha dimenticato i grandi mistici, l'insegnamento di Platone e di Plotino secondo i quali l'Assoluto è <al di là dell'Essere> (epékeina tés ousìas). La divinità, infatti, è tale solo se supera le frontiere dell'Essere, se essa - insomma - è anche Non-Essere, la <Virtualità>, la <Possibilità universale> (nozione, questa, familiare alla metafisica orientale, ma quasi sconosciuta all'Occidente che ha saputo elaborare solo una metafisica dell'Essere, relegando il non-essere a sinonimo di <nulla>, un'aberrazione del pensiero europeo).
A partire dal primo monoteismo storico, quello ebraico, dio è stato fatto coincidere solo con l'Essere: Yahvé, manifestandosi a Mosé sul Sinai, avrebbe detto <Io sono colui che è>, o piuttosto - rispettando il testo israelitico <L'Essere è L'Essere> (ehyeh aser ehjeh). A far data dall'ontologia del roveto ardente, si è andata stabilendo l'equazione Dio-Essere, una formulazione che successivamente ha influenzato in modo determinante anche il pensiero filosofico occidentale.
Diverso il caso del politeismo classico e preclassico: nelle sue forme più pure la presenza di vari dèi non escludeva il principio della divinità unica; una cosa era in Grecia la theòtes (<divinità>), altra cosa erano i theòi (<gli dèi>).
Nell'antico Egitto era familiare la nozione di nether Ua, il <Dio uno>, l'<Unico che si è fatto milioni> (come afferamo diversi testi sapienziali). Al di là delle tante figure divine si cominciò a parlare nel mondo ellenistico di un theòs àgnostos, un <Dio sconosciuto>, <senza nome>, prefigurazione simbolica della theòtes universale: gli è che per i Greci tutta la natura era sentita come divinità, vita, spirito. Per reazione il primo cristianesimo, erede del giudaismo riformato, demonizzò il mondo della natura: i démoni furono sviliti al rango di demòni. Ma il paradosso del Dio-Essere fattosi Ente supremo non ha potuto eliminare di fatto l'esigenza profonda delle varie teofanie perché l'unità della theòtes comporta, necessariamente, la pluralità dei theòi, così come l'unità dell'Essere presuppone la pluralità degli enti.
Da qui l'istituzione come esigenza inconscia dei numerosissimi santi della chiesa cattolica, ciascuno dei quli patrono di un'attività.[...]
è difficile non stabilire un rapporto analogico con i cosiddetti <dèi funzionali> (sonder gotter).
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Da La catastrofe dell'essere di B. Parodi di Belsito
3/2008 HIRAM
   

Bak

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